Nel 1952 Heyerdahl partì con la Società Archeologica Norvegese per le Galapagos, con lo scopo di accertare l’esistenza di siti precolombiani. Benché molti studiosi avessero visitato quelle isole, questa era la prima volta che alcuni archeologi vi facevano scavi, che portarono al ritrovamento di un flauto e numerosi cocci pre-inca, a prova che altre popolazioni sudamericane prima degli Inca erano arrivate alle Galapagos.
Heyerdahl studiò anche i mounds trovati alle Maldive (1983-1984), Oceano Indiano, trovando resti di costruzioni orientate in base al sole, oltre a statue con lobi allungati da rocchetti auricolari simili a quelli sudamericani. Heyerdahl riteneva che queste scoperte provassero la sua teoria relativa a una civiltà originaria dell’odierno Sri Lanka che aveva colonizzato le Maldive e influenzato e fondato le culture del Sudamerica e dell’Isola di Pasqua.
Le sue scoperte sono documentate nel volume The Maldive Mystery. Dal 1988 al 1992, Thor Heyerdahl scavò nella piramide La Raya, presso Tucumé, Perù, un sito dotato di 26 piramidi di adobe, costruite a partire dal 1100 d. C. Nel marzo del 1992 gli scavi scoprirono un muro templare con rilievi di mitici uomini-uccello su due grandi barche, e Heyerdahl contattò subito Arne Skjølsvold, amico di vecchia data nonché all’epoca Direttore del Dipartimento di ricerca del Museo Kon-Tiki, che si precipitò a Tucumé e rilevò anche lui che gli uomini- uccello tenevano uova in mano, esattamente come a Rapa Nui.
Gli scavi, oltre a scoprire magnifici oggetti, portarono alla luce due pagaie simili a quelle di Rapa Nui, cosa che convinse ancora di più Heyerdahl che genti sudamericane avevano navigato sino a quell’isola.
Oggi, del resto, si assume che vi furono anche contatti tra genti polinesiane e sudamericane verso il 1300 d.C., epoca in cui arrivò la patata dolce in Polinesia e, inoltre, è stato trovato recentemente il DNA di popoli sudamericani nel sangue degli indigeni di Rapa Nui.
Tra il 1992 e il 1995, Heyerdahl studiò la Piramide di Gü.mar a Tenerife, Canarie, e dichiarò che quello che veniva definito solo un ammasso di pietre era invece una piramide. Basandosi sulle ricerche degli astrofisici Aparicio, Belmonte e Esteban, dell’Istituto di Astrofisica delle Canarie, che avevano scoperto che questi ammassi di pietre erano orientati astronomicamente, Heyerdahl, convinto che fossero edifici, ipotizzò che fossero stati costruiti da un antico popolo di adoratori del sole e che le Canarie probabilmente erano state basi di antiche navigazioni tra America e Mediterraneo.
Sempre negli anni ’90, assieme all’archeologo Sebastiano Tusa e al fotografo Walter Leonardi, fece una ricognizione in Sicilia allo scopo di discutere le origini della piramide di Pietraperzia (CT) che Heyerdahl riteneva potesse essere stata sede di un culto solare.