Palazzo Tagliaferro e Whitelabs

presentano

Jeong Yoen RHEE | Forze erranti

mostra a cura di Nicola Davide Angerame

1 – 30 novembre 2014

con il Patrocinio di 

 Inaugurazione: sabato 1 novembre 2014

ore 18 saluto del Console Generale della Repubblica di Corea, S.E. Chang Jae-bok

Saluto del Sindaco di Andora, dott. Mauro Demichelis

ore 18.15 presentazione della mostra alla presenza dell’artista Jeong Yoen Rhee e del curatore Nicola Davide Angerame

a seguire rinfresco in stile Coreano

ingresso libero

 

Orari d’apertura mostra da giovedì a domenica | ore 15 – 19

 

museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it

info: 348 9031 514

Evento in collaborazione con Comune di Andora

ANDORA – La stagione invernale del complesso museale e centro di cultura contemporanea di Palazzo Tagliaferro ad Andora si apre con una mostra che porta l’arte coreana contemporanea al centro dell’attenzione, in un’ottica di scambio culturale utile ad avvicinare le culture e far conoscere il lavoro decennale di un’artista che ha tradotto il modernismo occidentale in una ricerca artistica a sfondo spirituale.

Rhee Jeong Yeon nasce a Seoul nel 1952, in una città in preda alla Guerra di Corea (1950 – 1953) che crea la frattura tra Corea del Nord, a regime comunista, e la Repubblica di Corea, a governo democratico. Studia arte in patria poi nel 1988 si trasferisce a New York dove si diploma al Pratt Institute nel 1988, a cui seguirà nel 1993 il Dottorato presso la Columbia University di New York.

Nella sua carriera che copre più di 30 anni di lavoro, Rhee ha esposto negli Stati Uniti, in Corea, Portogallo, Spagna, Germania, Francia, Australia, Giappone e Kenya.

Una delle caratteristiche distintive dell’opera di Rhee è il suo studio approfondito e utilizzo di materiali tratti da una natura ancestrale e primitiva: dalla creta alla cenere vulcanica, dal carbone alla madreperla. Questi materiali sono il risultato di un lavoro profondo di elementi naturali primari, come il fuoco, il vento, l’acqua e il tempo. Rhee li utilizza per creare delle composizioni astratte ma con riferimenti visivi figurativi che offrono un ordine al caos.

La sua pittura può esserevista come una forma di arte ambientale in quanto contenente riferimenti verso tutte le forme di vita del pianeta creato e nato: Gea. Non usa nessuna materia o metodo artificiali, imponendo una connessione organica tra gli elementi della sua pittura.

Jin Hwi-Yeon

Storico dell’arte presso

Sungshin Women’s University Occidental Painting

La mostra di Andora è la sua prima personale in Italia. “Sono orgogliosa e onorata di esporre in un Paese che ammiro per la grande arte che ha saputo produrre”, dice Rhee. “Voglio ringraziare la città di Andora, l’associazione Whitelabs e il critico d’arte Angerame per l’ospitalità e per l’occasione offertami”.

Rhee usa la tecnica del mosaico e della tarsia in madreperla con maestria e grande sensibilità per la forma e per la composizione. Rhee rappresenta bene una generazione di artisti coreani che sono vissuti tra oriente e occidente, sviluppando linguaggi in equilibrio tra le due dimensioni.

La serie intitolata “Re-Genesis”, nasce dall’interesse profondo di Rhee per la propria vita spirituale e religiosa, che si riversa nelle sue opere come altrettanti momenti di meditazione, di dialogo con una natura usata come mezzo di costruzione e come modello astratto di una poesia visiva dedicata al riconoscimento e al ringraziamento verso una forza superiore. In queste opere Rhee ripensa il testo della “Genesi” e vi medita a modo suo.

Shin Hang-Seop | Critico d’arte

 

“Questa mostra, dedicata ad una artista affermata come Rhee Jeong Yeon, dà ancora una volta ad Andora ed a Palazzo Tagliaferro, l’opportunità di promuoversi come meta del turismo culturale, ben oltre i confini regionali – hanno detto il sindaco di Andora Mauro Demichelis e l’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi, presentando la personale – Un evento artistico di alto livello che è anche un momento di incontro con una cultura lontana geograficamente, ma vicina per stima reciproca: un gesto di amicizia culturale tra l’Italia, e in particolare tra la città di Andora, e la Repubblica di Corea, visto l’onore concesso dal Console Generale  di Corea di stanza a Milano, S.E. Chang Jae-bok, che ha riconosciuto il patrocinio all’evento e che vogliamo ringraziare anche per la sua presenza il giorno dell’inaugurazione. Questo evento sarà un’ottima occasione per avvicinare i cittadini di Andora e i visitatori di Palazzo Tagliaferro alla cultura e all’arte coreana”.

La mostra esporrà circa 40 opere, di grande e medio formato, che Rhee ha creato nel corso di tre decenni di lavoro, passando da una prima fase in cui è evidente il confronto con l’arte informale europea ed espressionista astratta statunitense. Nella seconda fase produttiva, Rhee tratta uno dei suoi materiali prediletti, la madreperla, con tecniche a mosaico e ad intarsio. Questi grandi dipinti a tecnica mista sono di grande forza suggestiva. L’eleganza, la misura, la delicatezza delle opere più recenti di Rhee invita ad una pacata riflessione sulla natura, sul senso dello spazio e dell’arte intesa come confronto spirituale tra uomo e natura. L’aspetto meditativo si lega ad un profondo rispetto per gli elementi della natura, evocata attraverso la forma stilizzata di animali, ossa, pietre, e soli. Forme che popolano il mondo immaginario di un’artista a cavallo tra due culture e tra due linguaggi pittorici, come la figurazione e l’astrazione.

“Benché la Repubblica di Corea sia oggi una delle nazioni maggiormente industrializzate e ipertecnologiche – spiega Angerame – l’arte coreana contemporanea non può essere letta soltanto in un rapporto con la giovane modernità del Paese, ma va considerata spesso come la risultante di uno sguardo che unisce tradizione e modernità, spirito e materia, spazio e tempo. La consapevolezza e il rispetto verso la lunga ed autorevole tradizione dell’arte classica coreana, spinge gli artisti come Rhee ad affrontare un viaggio molto personale, che rappresenta una sfida culturale importante: quella di restare dentro la propria cultura di appartenenza pur vivendo, studiando e creando in una cultura molto diversa, per certi versi opposta, come è quella occidentale rispetto a quella orientale”.