VIS À VIS | LANDSCAPES AND OBJECT

Inaugurazione
27 DICEMBRE 2022 - ORE 17.30

ELISA DAUBNER E MONICA FERRERAS

VIS À VIS
Landscapes and Object

a cura di Christine Enrile

Saluto del Sindaco del Comune di Andora Mauro Demichelis
Alla presenza dell’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi
Benvenuto e introduzione alla mostra della curatrice
A seguire brindisi

 

Elisa Daubner nata in Germania a Bielefeld vive e lavora in Svizzera a Sigriswil dove è impegnata  ormai da parecchi anni in  un processo esplorativo della realtà che la circonda che si concretizza  nella produzione delle sue opere. 

Per molti anni ha percorso la strada dell’espressione astratta poi l’evoluzione del suo lavoro l’ha spinta a lavorare con oggetti trovati e con il disegno sia su carta che su legno, l’approccio scultoreo nella sua produzione artistica posiziona le sue opere al confine fra oggetto e grafica.

Il processo creativo  della Daubner inizia con il recupero di oggetti non più in uso che vengono  rinvenuti o sul ciglio della strada oppure nei mercatini. Questa  prima fase di ricerca degli oggetti ,che l’artista definisce, perduti occupa moltissimo tempo.  Taglieri, tovaglioli, scatole  diventano poi medium sui cui Elisa interviene creando interessanti interazioni fra materiali e inchiostri e dando vita a nuovi oggetti. L’opera che scaturisce da questo processo è inoltre arricchita dalla vita e dalla storia insita negli oggetti. 

La Daubner estimatrice delle avanguardie storiche considera come sottilissimo il confine fra arte e vita, quotidianità e cultura  che grazie ai processi creativi diventano visibili.

Come Marcel Duchamp, figura chiave dell’arte del XX secolo, anche Elisa  interviene su oggetti di vita quotidiana che vengono così privati della loro funzione utilitaristica  e assemblati, in maniera apparentemente priva di logica , in una nuova creazione.

Grazie all’intervento il manufatto estratto dalla realtà e privato della sua funzione pratica viene così elevato al rango di opera d’arte. 

Un gesto in cui potremmo riconoscere lo spirito Dada che intende dare luogo ad una riflessione per nulla scontata sui rapporti che intercorrono tra il ruolo e il potere degli artisti e la società.

C’è ampio accordo sulla tesi che nell’arte concettuale le idee rivestono un ruolo centrale e che questa la distingua dall’arte tradizionale che ci coinvolge molto di più da un punto di vista sensoriale.

Ma la domanda a cui dobbiamo rispondere è come avviene che le opere concettuali veicolino idee?

Un aiuto nel rispondere a questa domanda che ha anche implicazioni filosofiche ci arriva da un saggio di Elisa Caldarola che distingue le opere concettuali in criptiche o accessibili.

Con la Daubner ci troviamo di fronte ad opere d’arte concettuale ma accessibili l’artista non divulga solo idee ma oggetti di vario genere utilizzati per portare al centro dell’attenzione dello spettatore idee e potenzialità di certi materiali.

L’artista allineando la tecnica alla propria poetica cerca di indagare il potere del sguardo e dell’intervento artistico in grado di trasformare anche gli oggetti più banali e dare loro una nuova connotazione. L’osservatore infatti davanti alle installazioni degli oggetti di Elisa è spinto a riconoscere le forme cercando di dare un significato all’oggetto ormai trasformato. 

 

Monica Ferreras artista dominicana  che vive e lavora a Basilea in Svizzera dal 2016 utilizza diversi media per esprimere la sua poetica.

Le sue opere subiscono la forte influenza del suo vissuto e delle sue esperienze potremmo quasi dire che osservando i vari lavori della sua produzione stiamo scorrendo la sua biografia. 

La riflessione sul viaggio è inteso da Monica in senso ampio e metafisico è il senso della sua vita quello che lei mette in scena.con una libertà creativa e un’immediatezza artistica che emergono dirompenti dai paesaggi della serie in esposizione

Paesaggi/Landscapes è il termine che l’artista attribuisce alle sue opere ma quello che noi percepiamo non è un paesaggio convenzionale. 

Proporzioni poco definite, dettagli sconcertanti, forme organiche che sembrano fluttuare sulla carta e la mancanza di orizzonte caratterizzano i landscapes di Monica Ferreras. 

Monica ci porta ad esplorare un mondo che sembra osservato al microscopio con strutture cellulari non visibili all’occhio umano ma decifrabili dall’artista che ce le rende visibili. 

Un landscape di Monica ha la capacità di attivare nello spettatore una catena di associazione che lo porteranno a dare vita ad un vero e proprio gioco mentale e, come vuole l’artista, a scrivere lui stesso la storia dell’opera.

Sono paesaggi dipinti e disegnati con gli occhi della mente, da scoprire fin in ogni minimo particolare quasi come facendo una passeggiata in un mondo fantastico attraverso giardini paradisiaci.

I Landscapes evocano stilizzati giardini del periodo barocco o del XIX secolo che  nei dipinti esprimevano l’idea di paradiso degli artisti dell’epoca.

Visitabile fino al 10.04.23