SALA DEI SILICATI
I silicati dominano le teche di questa sala. La classe dei silicati è una delle più abbondanti offerte dalla crosta terrestre.
In esposizione sono presenti minerali di grande interesse collezionistico come dioptasio, lapislazzuli ed elbaite.
Il Dioptasio fu scoperto nel Settecento. In passato era considerato simbolo di ricchezza e abbondanza ed era chiamato “smeraldo ramato”. Veniva associato alla Dea Venere ed era pertanto sinonimo di bellezza. Il suo nome deriva dal greco e significa “vedere attraverso”.
Tra i campioni di elevato interesse troviamo anche i granati demantoidi della Val Malenco, una varietà di andradite (minerale appartenete al gruppo dei granati) caratterizzata dalla colorazione verde e dal contenuto di cromo.
Sono presenti in questa sala, seppur non appartenenti alla classe dei silicati, anche alcuni minerali rari come la vivianite, caratterizzata dalla sua straordinaria variazione cromatica quando esposta alla luce; la mimetite, il cui nome significa letteralmente “imitatore” per l’estrema somiglianza con la piromorfite; e l’adamite, che se esposta alla luce ultravioletta si illumina di un intenso colore verde.
Il lapislazzuli
Il lapislazzuli era conosciuto come “pietra del cielo” dagli antichi egizi. Con la sua ricca tonalità blu intenso punteggiata da sfumature dorate e bianche, è da sempre considerato una delle gemme più affascinanti e misteriose della natura. In Egitto e in Mesopotamia le pietre erano usate nei rituali. Insieme all’agata è una delle pietre preziose più antiche: le testimonianze che sono giunte fino a noi risalgono al V millennio a.C.; questo minerale è stato rinvenuto sia nelle tombe faraoniche che in quelle sumere. Una delle curiosità più interessanti è l’impiego che la storia dell’arte già dal Medioevo faceva del Lapislazzuli in dipinti e affreschi. Macinando le pietre, infatti, si otteneva un colore molto brillante, chiamato “blu oltremare” e definito nei trattati di pittura quattrocenteschi il più perfetto dei colori.
I tesori dell'Isola d'Elba
L’isola dell’Elba orientale possiede un patrimonio mineralogico di eccezionale importanza storica. Sin dall’antichità i minerali ferrosi dell’Elba sono stati considerati eccezionali. Sul territorio dell’isola d’Elba sono presenti più di 150 tipi di minerali diversi, alcuni scoperti per la prima volta proprio qui come l’Elbaite. L’estrazione dell’Ematite Elbana è iniziata più di 2000 anni fa con gli Etruschi, plasmando il territorio e le genti dell’Elba orientale. L’estrazione anticamente avveniva scavando gallerie, poi a partire dall’800, le “coltivazioni” minerarie sono state condotte a cielo aperto, tramite l’abbattimento di grandi fette verticali di territorio. Cosi si sono creati suggestivi panorami a grandi gradoni concentrici, simili ad anfiteatri. Le miniere dell’Elba terminano l’attività nel 1981 con la chiusura dell’ultimo cantiere ancora attivo, la galleria del Ginevro. La chiusura avviene non perché il minerale sia terminato, ma perché i costi di lavorazione erano troppo alti.
SILICATES ROOM
Silicates dominate this room. The silicate class is one of the most abundant in the Earth’s crust.
On display you can find minerals of great interest for collectors, such as dioptasium, lapis lazuli and elbaite.
Dioptasium was discovered in the eighteenth century. In the past it was considered a symbol of wealth and abundance and was called “coppery emerald”. It was associated with the goddess Venus and was therefore synonymous with beauty. Its name comes from the Greek and means “see through”.
Among the samples of high interest we also find the demantoid garnets of Val Malenco, a variety of andradite (a mineral belonging to the garnet group) characterized by its green color and chromium content.
Ih this room – although they don’t belong to the class of silicates – it’s possibile to observe some rare minerals such as vivianite, characterized by its extraordinary chromatic variation when exposed to light; the mimetitis, whose name literally means “imitator” for the extreme similarity with the pyromorphite; and the adamite, a mineral which when exposed to ultraviolet light is illuminated with an intense green color.
Lapis lazuli
Lapis lazuli was known as the “sky stone” by the ancient Egyptians. With its rich deep blue hues dotted with golden and white shades, it has always been considered one of nature’s most fascinating and mysterious gems. In Egypt and Mesopotamia the stones were used in rituals. Along with agate, it is one of the most ancient precious stones: the testimonies that we have received date back to the fifth millennium BC; this mineral was found both in pharaonic and Sumerian tombs. One of the most interesting curiosities is the use of lapis lazuli in the history of art since the Middle Ages in paintings and frescoes. In fact, very bright color was obtained by grinding the stones, called “ultramarine blue” and defined in the fifteenth-century painting treatises as the most perfect of colors.
The treasures of the Elba Island
The eastern side of the Elba Island has a mineral heritage of exceptional historical importance. Since ancient times the iron ore of Elba has been considered exceptional. On the Elba territory there are more than 150 different types of minerals, some discovered for the first time right here like the Elbaite. The extraction of Elba hematite began more than 2000 years ago with the Etruscans, shaping the territory and the people of eastern Elba. The extraction used to take place by digging tunnels, then starting from the nineteenth century, the mining “cultivations” were conducted in the open air, by cutting down large vertical slices of territory. In this way suggestive panoramas with large concentric steps, similar to amphitheaters were created. The Elba mines ended their activity in 1981 with the closure of the last working site, the Ginevro tunnel. The closure took place not because the ore was finished, but because the processing costs were too high.