La raccolta di poesie di Emilio Misani si presenta composita per tematiche, non per stile, che invece è improntato alla ricerca della sintesi e della rappresentazione significativa. Il periodare si snoda all’insegna della chiarezza che non lascia intravedere il lungo labor limae che ha valorizzato il recupero di testi precedenti e l’elaborazione di quelli che si riferiscono alla fine del 2021. Il verso poi viene scandito secondo un ritmo interiore che rivela una particolare predisposizione per la musica, posta in luce dalla rima e dall’allitterazione sempre attentamente sorvegliate, mai disposte in modo gratuito. Molteplici sono le suggestioni che hanno spinto il poeta a consegnare ai versi il proprio vissuto, le proprie esperienze e i propri sentimenti, così come a lui li ha consegnati l’esistenza stessa, perché germinati sempre sull’esperienza (Giulio Greco).
Corde di violino è il secondo volume poetico di Emilio Misani, un viaggio nel quotidiano, in cui l’osservazione minuta della realtà si trasfigura per suggerire – seppur placidamente e con lo splendore dell’umiltà – una visione altra, oltre, come le mascherine, cui siamo stati condannati negli ultimi due anni e che lasciano tuttavia lo spazio agli occhi, alla vista, al tempo interno, a una considerazione non superficiale: Quel che c’è da guardare/ è tra gli occhiali e quel piccolo/ brandello di protezione/ che serve a coprire quello/ che nessuno ha mai voluto/ osservare con attenzione. Non secondaria nella stesura di questo corpus poetico è la raffinata educazione musicale dell’autore, ciò che è reso ben evidente dal sapiente ritmo impresso alle composizioni anche quando le stesse rispondono alla più libera logica del verso libero. E, ancora, si impongono le immagini della metropoli, della comunità che la percorre e di coloro che ci attraversano con la loro presenza una volta e forse mai più, inconsapevoli di avere comunque tracciato una via insieme con noi, seppur per un attimo: una madre con la figlia, i pattinatori, figurine (e non è limitativo il diminutivo) archetipiche, simboli. Non ultime, come potenza immaginativa, le poesie “religiose”, le quali chiudono una raccolta oltremodo ricca, nonostante le sole 66 pagine. (Alberto Figliolia)
Emilio Misani, laureato in Lettere Moderne all’Università Statale di Milano, attualmente educatore presso il Comune di Milano.