THE DEVIL'S GOLD

“The Devil’s Gold” è il video reportage del fotografo Luca Catalano Gonzaga che racconta le modalità di racconta dello Zolfo in Indonesia

E’ dentro il ventre del vulcano Ijen Kawah, nella parte orientale di Giava, in Indonesia che i minatori si calano alla ricerca dell’oro del diavolo, come da sempre viene chiamato lo zolfo. Trecento uomini che ogni giorno, dal campo base che si trova alle pendici della montagna, raggiungono a piedi la sommità del vulcano. Si inerpicano per tre chilometri per poi iniziare la discesa nel bordo del cratere dove si trovano i cristalli di zolfo. Novecento metri in discesa verso l”inferno, sfidando il calore insopportabile, la scarsa areazione e il buio, senza alcuna protezione. Il gas sulfureo afferra la gola, brucia i polmoni, fa lacrimare gli occhi. Pochi hanno in dotazione vecchie maschere antigas: molti preferiscono lavorare di notte perché il caldo è più tollerabile, sulla bocca uno straccio bagnato nell’illusione di proteggersi dal fumo e respirare meglio. Un lavoro durissimo che finirà presto; qui la speranza di vita non supera i 50 anni. Le lastre di zolfo vengono rotte con l’aiuto di aste di metallo e poi caricate in cesti di vimini che in genere pesano 70-90 kg.

Inizia così il viaggio a ritroso del raccoglitore di zolfo del XXI secolo che arranca sotto il peso, in equilibrio precario, verso la bocca del vulcano, un peso devastante che modifica la spina dorsale, piega le gambe, crea ulcere sulle spalle. Qui consegnerà le lastre per la purificazione processo che avviene di notte e dura 14 ore.

Tutto ciò per 5 euro al giorno, 10 se è in grado di ripercorrere il tragitto due volte.

Luca Catalano Gonzaga è nato a Roma. Da anni si occupa di foto-giornalismo a livello internazionale, in particolare in aree fortemente periferiche o di confine. È fondatore di Witness Image, www.witnessimage.com unassociazione no-profit nata nel 2010 il cui scopo è quello di realizzare una serie di progetti fotografici che raccontino il diritto e lautodeterminazione dei popoli e testimonino le grandi trasformazioni del nostro tempo.

I suoi lavori sono stati esposti in musei, gallerie e festival a livello internazionale come Palazzo delle Nazioni Unite, Royal Geographic Society, International Centre for Climate Governace, Expo 2015 -Padiglione della Santa Sede, Visa Pour lImage.

Collabora con Organizzazioni quali: Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Unicef, Oxfam,

Fondazione Migrantes, Organizzazione delle Nazioni e dei Popoli non rappresentati (UNPO), Terres Des Hommes.

I suoi servizi hanno ricevuto numerosi premi internazionali, tra gli altri, Sony World Photography Awards, Days Japan International Awards, Luis Valtuena Humanitarian Photogrpahy Award, Picture of the year (POY), Environmental photographer of the year, Care International for Humanitarian reportage, Premio Anima.

Le fotografie sono state pubblicate dai più importanti media del mondo, tra gli altri, il Time, Newsweek, National Geographic, The Washington Post, The New York Times, Le Monde, Paris Match, Le Figarò, El Pais, Stern, Der Spiegel, Espresso, Internazionale.

In dieci anni di attività ha realizzato più di 50 reportage fotografici e visitato più di 30 paesi in tutto il mondo.