CARMELO BENE | CLAUDIO ABATE

Palazzo Tagliaferro e Whitelabs presentano Carmelo Bene | Claudio Abate 1963 – 1973 mostra a cura di Nicola Davide Angerame 26 luglio – 5 ottobre 2014   Inaugurazione: sabato 26 luglio 2014 ore 21 saluto delle Autorità alla presenza del Sindaco Mauro De Michelis ore 21.15 presentazione della mostra a seguire rinfresco a cura di Borghi Ricevimenti ingresso libero   Orari d’apertura mostra da giovedì a domenica | ore 19 – 23 museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it info: 348 9031 514 Evento in collaborazione con Comune di Andora   ANDORA – La stagione estiva del Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Tagliaferro ad Andora si corona con una mostra d’importanza storica: la retrospettiva di due autori di primo piano come Carmelo Bene e Claudio Abate. Da loro incontro e dall’amicizia profonda che nasce tra loro nel 1963, scaturiscono dieci anni di intensa collaborazione durante il quali Claudio Abate (Roma 1943), uno dei maggiori fotografi italiani viventi, immortala a futura memoria il volto, i gesti e le gesta sceniche del più controverso e osannato scrittore, regista e attore teatrale Carmelo Bene (Campi Salentina 1937 – Roma 2002). La mostra propone una selezione di circa 70 fotografie, rimaste chiuse nell’archivio di Claudio Abate per 40 anni ed esposte soltanto una volta a Roma tra il dicembre 2012 e febbraio 2013. Rappresentano un documento straordinario per conoscere il mondo e il modo nel quale Carmelo Bene ha mosso i primi passi: dalla storica e scandalosa pièce teatrale “Cristo ’63” che portò Bene sulle pagine dei giornali, alla “Salomé” (1972) film invitato alla XXIII Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Nel corso di questi dieci anni “incandescenti”, Bene ha lavorato molto per il teatro e per il cinema. Questa mostra testimonia la sua esuberanza, la prolifica immaginazione e il lavoro serrato di quegli anni considerati tra i migliori della produzione di Bene.   La mostra testimonia anche la maturazione professionale di Claudio Abate come fotografo capace di farsi autore anche quando segue Bene come fotografo di scena. Il suo occhio è partecipe e distaccato allo stesso tempo. È dentro le scene, segue le prove e ritrae un lavorio fatto in spazi angusti, spesso casalinghi, ma con la forza creativa di uno dei massimi uomini di taetro del secondo Novecento. Oltre al lavoro con Bene, che lo ha voluto con sé, Claudio Abate avvia in quegli anni una carriera di fotografo dell’arte contemporanea che lo vede oggi maestro riconosciuto (celebrato con una mostra personale alla Biennale di Venezia del 1993 e una retrospettiva recente al MART di Rovereto): testimone e co-autore di tante performance e installazioni effimere di artisti del calibro di Jannis Kounellis, Gino de Dominicis, Pino Pascali e molti grandi nomi dell’arte italiana e internazionale. Carmelo Bene sarà la sua parentesi teatrale, che oggi ci permette di avere immagini uniche e preziose: visioni rubate “da dentro” e da vicino a quel mondo onirico e surreale che è stato il mondo di Carmelo Bene. La mostra rappresenta un’occasione unica per conoscere da vicino un capitolo di “storia del teatro italiano” che ha prodotto molti ammiratori e proseliti ma nessun continuatore, essendo Bene un “unicum”: riconosciuto, seguito ed apprezzato da intellettuali e scrittori come Alberto Moravia, Ennio Flaiano, Alberto Arbasino o Pier Paolo Pasolini, che lo volle attore in “Edipo Re”. L’inaugurazione è prevista sabato 26 luglio 2014 dalle ore 21.00 alla presenza di Claudio Abate e con il Sindaco della Città di Andora, Mauro De Michelis.   Andora può fregiarsi di ospitare una mostra che accoglie e racconta il lavoro di due grandi maestri e di due amici.   In data da definirsi (durante la mostra in corso) sarà organizzato un incontro con Lydia Mancinelli che per 20 anni, dal 1964 al 1984 circa è stata l’attrice protagonista di molti spettacoli e film di Bene, nonché manager della sua compagnia e sua compagna. Presente in tutti i suoi spettacoli e film, spesso come protagonista assoluta, Lydia Mancinelli è stata testimone del periodo più fecondo della creazione di Bene e porterà una testimonianza su alcuni elementi degli spettacoli di cui la mostra espone le fotografie scattate da Abate. “Carmelo Bene a Palazzo Tagliaferro è un sogno inseguito per molto tempo che finalmente si realizza. Carmelo Bene rappresenta, come il premio Nobel Dario Fo o come Totò, l’espressione cristallina di quella lucida e geniale follia che il teatro, il cinema e la poesia italiana sanno assumere in alcuni momenti della loro storia. Visto da Claudio Abate, che è uno dei maggiori fotografi che abbiamo, nonché “testimone oculare” di Bene e di gran parte della migliore arte italiana degli ultimi 40 anni, significa “celebrare due maestri con una mostra”, colti in uno dei momenti più significativi della storia d’Italia: quel decennio, dal 1962 al 1972, in cui tante cose sono accadute e durante i quali a Roma due giovani talenti iniziavano da amici e complici i loro passi verso le glorie future. In tal senso, questa mostra è profondamente educativa, bella da vedere e da immaginare anche al di là delle immagini e grazie alle immagini”.  

Incontro sul tema I TAROCCHI

il simbolismo delle carte e la divinazione: un viaggio nella storia dei tarocchi del loro simbolismo e dell’uso divinatorio. Palazzo Tagliaferro  presentano la conferenza Domenica 4 Maggio 2014 Programma Palazzo Tagliaferro Sala Polivalente Largo Milano Andora (SV) ore 10.30 Saluto delle Autorità ore 10.45 Apertura lavori ore 11.00 Paolo Aldo Rossi – L’origine italiana dei Tarocchi ore 11.30 Ida Li Vigni – La strana storia dell’arcano della Papessa ore 12.00 Marco Pepè – Il gioco della divinazione ore 12.30 – 14.30 Pausa Pranzo Buffet su prenotazione € 20,00 a persona. Le prenotazioni dovranno pervenire alla segreteria organizzativa del convegno entro il mercoledì 30 aprile 2014. ore 15.00 Ripresa lavori ore 15.15 Marco Ghione – I Tarocchi fra esoterismo e divinazione ore 15.45 Giulio Astuni – Il significato occulto dei Tarocchi ore 16.15 Piero Mura – Le carte del destino ore 18.00 inaugurazione della mostra di Alessio Delfino con sale dedicate alla serie Tarots INGRESSO LIBERO Palazzo Tagliaferro Largo Milano Andora (SV) ingresso libero museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514

Conferenza Giuseppe Chiari e Nam June Paik “Incontro alla musica”

Palazzo Tagliaferro  presentano la conferenza  Giuseppe Chiari e Nam June Paik. “Incontro alla musica” Palazzo Tagliaferro 30 aprile 2014 ore 18.00 ingresso libero – rinfresco a seguire relatori prof. Tommaso Trini “Giuseppe Chiari. La musica non è suonare” prof.ssa Francesca Pasini “Musica, movimento, spazio nell’Opera Elettronica di Nam Jun Paik” introduzione e cura di Nicola Davide Angerame INGRESSO LIBERO Palazzo Tagliaferro Largo Milano Andora (SV) ingresso libero museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514 Si tiene mercoledì 30 aprile a partire dalle ore 18 la conferenza di chiusura della mostra “Giuseppe Chiari. Fantasticare”, gli anni dell’avanguardia e oltre, dedicata all’artista fiorentino e all’artista di origini coreane Nam June Paik, figura storica del movimento internazionale Fluxus. Ne parlano due autorevoli voci della critica d’arte italiana: Tommaso Trini e Francesca Pasini, entrambi docenti di dell’Accademia di Belle Arti di Brera. Trini ha seguito da vicino il lavoro di Giuseppe Chiari a Palazzo Tagliaferro presenterà un intervento dai tratti originiali che si propongono di modificare la lettura critica di Chiari su punti fondamentali come i concetti di “musica” e di “suono”. Francesca Pasini è stata co-curatrice di una recente mostra che una istituzione ligure importante come la Fondazione Remotti di Camogli ha dedicato alla figura di Nam June Paik amico di Chiari. “Con Francesca Pasini, direttrice della Fondazione Remotti, – dice il direttore di Palazzo Tagliaferro Nicola D. Angerame – abbiamo pensato di collaborare insieme per analizzare aspetti dell’opera di due artisti tanto vicini e lontani come Chiari e Paik. Ciò anche in una logica di collaborazione tra istituzioni liguri votate all’arte contemporanea che potrebbe auspicabilmente prefigurare un inizio di “sistema ligure” dell’arte contemporanea”. La conferenza sarà anche occasione di presentare il catalogo della mostra di Chiari, che include le opere esposte e gli interventi critici di Trini e Angerame, più testimonianze dirette di galleristi e collezionisti che hanno lavorato e collaborato con lui in un arco di 40 anni. In catalogo, anche un ricordo del figlio, Mario Chiari, che guida l’Archivio Giuseppe e Victoria Chiari. Sinossi della conferenza L’opera elettronica di Nam June Paik Francesca Pasini Nam June Paik è il travolgente innovatore del linguaggio video: musica, immagine, suono stravolgono radicalmente l’oggetto video e la narrazione. In una alleanza performativa i monitor delle TV diventano soggetti di un’opera d’arte totale e suggeriscono uno sconfinato bacino d’interazione tra immagine, musica, performance, registrazione degli eventi, colori, oggetti. Paik aveva visto la forza della televisione e nello stesso tempo, rompendone gli schemi e usandola come materia pittorica – teatrale – sonora, mette in primo piano il rischio dell’omologazione, che lui, invece, vira in un grandioso zibaldone di immagini pop, di riferimenti personali, collettivi, culturali e di invenzione. L’energia dirompente di Paik era in sintonia con lo spirito del tempo che, tra gli anni sessanta e settanta, aveva intravisto nella rottura delle regole la spinta a una nuova libertà. Il flusso continuo di percezioni e invenzioni coinvolge immagini, oggetti, disegni, sculture, suoni. Così Paik inaugura la parentela con la musica contemporanea. Come Pier Paolo Pasolini anche lui aveva intuito che il sistema televisivo avrebbe influenzato il comportamento individuale, politico, collettivo trasformando la società in aggregati mediatici, e le sue opere sono anche l’annuncio critico di questa trasformazione. Nel 1993, insieme ad Hans Haacke, rappresenta la Germania alla Biennale di Venezia e vincono il Leone d’Oro. Un padiglione indimenticabile. Monitor ovunque. I “flussi” dell’energia del mondo si amalgamavano alle pareti mentre transitavano dentro e fuori il padiglione. Paik dall’elettronica captava la creazione di figure e suoni. La monumentalità di questa installazione era anche una previsione di cambiamento, in questi ultimi decenni abbiamo, infatti, assistito alla monumentale svolta del potere mediatico televisivo e degli strumenti elettronici di comunicazione. Francesca Pasini. Cenni biografici Direttrice della Fondazione Pier Luigi e Natalina Remotti ( Camogli – Genova) Dal 2004 è Curatrice del progetto “Arte Contempoaranea a Teatro”, promosso da Fondazione Bevilacqua La Masa-Venezia – Teatro La Fenice di Venezia, Come curatrice indipendente ha collabora con Musei e Istituzioni, tra i quali: Castello di Rivoli – Torino, Pac – Milano, Fondazione Bevilacqua La Masa – Venezia; Mart-Rovereto, Fondazione Merz – Torino, La Marrana Arte Ambientale – MonteMarcello (La Spezia). Come critica d’arte collabora a riviste quali Artforum, Exibart.it, Radio Popolare. La conferenza, conclude una mostra che termina il 1 maggio 2014, dopo due mesi di apertura al pubblico, e prelude alla nuova mostra in arrivo del maestro Alessio Delfino, che si inaugura il 4 maggio ore 18 a Palazzo Tagliaferro e che sarà introdotta da un convegno sulla cultura ancestrale dei Tarocchi. INGRESSO LIBERO museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514    

Alessio Delfino photographier les yeux fermés rêver les yeux ouverts

opere 1999 > 2014 a cura di Nicola Davide Angerame e Viana Conti INGRESSO LIBERO mostra dal 4 maggio al 6 luglio 2014 orari d’apertura: mese di maggio da giovedì | domenica ore 15 – 19 dal mese di giugno da giovedì a domenica ore 19 – 23 Palazzo Tagliaferro Largo Milano Andora (SV) ingresso libero museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514

Galletta e Chiari a Palazzo Tagliaferro

Palazzo Tagliaferro partecipa fino al 30 marzo la Settimana dei Musei, promossa dal social network, che mette in connessione tutti i musei del mondo. Con il profilo di Palazzo Tagliaferro e Museum Week, la galleria civica di Andora si connette con gli altri centri culturali e musei d’Italia e d’Europa promuovono le due mostre d’arte contemporanee dedicate a Giuseppe Chiari e Giuliano Galletta (nella foto una sua opera) che sipossono visitare fino al primo maggio e che sono aperte dal giovedì alla domenica dalle 15 alle 19, con ingresso libero

GALLETTA “Materiali per un Romanzo Visivo”

Palazzo Tagliaferro  sono lieti di presentare   Giuseppe Chiari. Fantasticare Gli anni dell’avanguardia e oltre mostra e catalogo a cura di Nicola Davide Angerame mostra in collaborazione con l’Archivio Giuseppe e Victoria Chiari  [doptg id=”17″]  Project Room Giuliano Galletta Materiali per un romanzo visivo a cura di Viana Conti   [doptg id=”18″]   Inaugurazione:     sabato 1 marzo 2014 ore 17 tavola rotonda su “Giuseppe Chiari e lo spirito utopico” ore 18 saluto delle Autorità e inaugurazione della mostra ore 18,20 visita guidata  e saluto di Mario Chiari a seguire presentazione mostra di Giuliano Galletta: “Materiali per un romanzo visivo”, con la curatrice Viana Conti e Sandro Ricaldone. a seguire rinfresco a cura di Borghi Ricevimenti   INGRESSO LIBERO 1 marzo – 1 maggio 2014 orari d’apertura: giovedì | domenica ore 15 – 19 le mostre saranno visitabili anche nei giorni lun. 21, mart. 22, merc. 23 Aprile e lun. 28, mar. 29, merc. 30 aprile e giov. 1 maggio ore 15 – 19 museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514   ANDORA – La nuova stagione espositiva del Centro di Cultura Contemporanea di Palazzo Tagliaferro ad Andora si apre con una doppia mostra personale che si inaugurano sabato 1 marzo 2014 dalle ore 18 alle ore 22. “Il nuovo ciclo di mostre di Palazzo Tagliaferro si inaugura con una grande personale dedicata a una figura storica della “musica d’azione” come Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007) a dimostrazione della vocazione museale e dell’interesse per l’incontro fra discipline che questa “kunsthalle” sul mare intende alimentare. A lato di essa, la mostra di Giuliano Galletta, artista e giornalista ligure, che porta ad Andora il suo storico work in progress “Museo del Caos”, con una mostra curata dalla critica Viana Conti”. “Il nuovo anno di attività Palazzo Tagliaferro – dichiara il Sindaco di Andora Franco Floris – si apre con un progetto che prevede una mostra d’importanza internazionale, e che sarà visitabile durante tutto il periodo delle feste pasquali e fino al primo maggio, con aperture straordinarie rivolte ai cittadini ed ai tanti turisti che giungeranno in Riviera per i primi ponti primaverili. Andora ha scelto di essere all’avanguardia destinando Palazzo Tagliaferro ad una programmazione continuativa di eventi d’arte e di cultura, che stanno ponendo la città e l’istituzione su un piano d’importanza, e di attività, pari a quello dei capoluoghi di provincia”. Mostra 1 Giuseppe Chiari. Fantasticare Gli anni dell’avanguardia e oltre mostra e catalogo a cura di Nicola Davide Angerame La personale antologica di Giuseppe Chiari (Firenze 1926 – 2007), realizzata con la collaborazione dell’Archivio Giuseppe e Victoria Chiari, attinge ad importanti prestiti per ricostruire il percorso creativo di questa figura storica di snodo, che ha saputo tradurre la musica in un oggetto visivo e concettuale, pur conservandone il valore sonoro ed anzi elevando l’intera realtà a “musica”. “Suonare la città” (1965) e “Concerto per automobili” (1965) sono due opere in mostra che dimostrano come lo spirito utopico di Chiari abbia saputo produrre idee audaci, visioni avanguardiste e creazioni intese a scardinare le certezze accademiche sulla musica, per dar corpo a nuove pratiche e rivoluzionari modi di intendere la musica ed il suo rapporto con l’uomo. La mostra raccoglie oltre 40 opere di Giuseppe Chiari, e si concentra in buona parte sugli anni Sessanta e Settanta della sua produzione, esponendo: le prime partiture a matita, le partiture fantastiche, i metodi per suonare le mani, le mappe visive per l’esecuzione delle “composizioni”, le istruzioni delle performance, il celebre video “Gesti sul piano” (prima esecuzione 1962, probabilmente la sua opera più famosa), le partiture disegnate e dipinte, le frasi, i collage intesi come musica visiva, gli strumenti preparati; in una sala affrescata di Palazzo Tagliaferro sarà possibile ascoltare la lettura registrata, voluta dal curatore della mostra, di alcuni brani significativi del libro più importante pubblicato da Chiari, nel 1969, “Musica senza contrappunto”, che rappresenta il caposaldo della sua poetica. La mostra presenta anche due strumenti elaborati da Chiari, che rappresentano idealmente l’apertura e la chiusura di quasi mezzo secolo di lavoro: si tratta di “Senza titolo (Chitarra)”, del 1966, e dell’opera “Pianoforte” risalente agli anni Novanta. I due strumenti sono trasformati in sculture, ready made (oggetti trovati e pronti) che l’artista scompone (nel caso della chitarra) oppure ammanta di segni (nel caso del pianoforte) fino a renderli inoperosi dal punto di vista musicale e dando loro una nuova vita nell’ambito dell’arte visiva. La mostra è accompagnata da un catalogo che raccoglie contributi e testi critici di coloro che hanno lavorato con Giuseppe Chiari. Figlio di un macellaio e di una sarta, Chiari studia matematica all’università, ma non termina gli studi, preferisce essere autodidatta, in biblioteca, ad eseguire studi sulla musica e intanto lavorare come sarto egli stesso, prendendo lezioni private di pianoforte. Figura schiva e autonoma, musicologo per passione, ma avulso dagli ambiti accademici, Giuseppe Chiari si delinea come un Marcel Duchamp della musica, nel senso che per lui la musica diventa un oggetto concettuale e fisico. Per Chiari si può suonare qualsiasi cosa, e lui lo fa componendo partiture che diventano delle mappe concettuali di grande fascino. Dal 1964 Chiari diventa perfomer egli stesso delle proprie composizioni. Intanto, le gallerie d’arte iniziano ad occuparsi del suo lavoro e lo espongono come artista visivo e performer dotato di una straordinaria intensità, grazie alla sua concentrazione e presenza scenica. Ecco cosa scrive Chiari nel suo libro più importante, “Musica senza contrappunto” (1969): “Ho capito che non sempre avrei trovato un pianoforte e ho deciso di preparare anche dei pezzi per degli oggetti, per alcuni oggetti. Ho capito però che poteva succedere di dover suonare in qualsiasi momento, in qualsiasi condizione, anche improvvisa e che non dovevo mai rifiutarmi di suonare. Dunque ho scritto dei pezzi per qualsiasi oggetto, ho scritto un pezzo per una sedia solo perché sapevo che in qualsiasi posto avrei trovato una sedia. In qualsiasi posto, con qualsiasi compagnia, io potevo suonare. Ho finito per scrivere un pezzo per le proprie mani, ma se queste mani fossero legate ho scritto

Le Faux Miroir

Palazzo Tagliaferro  sono lieti di presentare Le Faux Miroir Federico Gori | Antonio Lo Pinto | Silvia Mei Noemi Montanaro | Liesje Reyskens | Anna Witt Visibile Vania Comoretti mostra a cura di Nicola Davide Angerame inaugurazione sabato 23 novembre 2013 h18 – 22 INGRESSO LIBERO 24 novembre 2013 – 12 gennaio 2014 Evento in collaborazione con Comune di Andora orari d’apertura: da giovedì a domenica ore 15 – 19 Le mostre saranno visitabili anche nei giorni 26, 27, 30 e 31 dicembre e 1 gennaio ore 15 – 19 museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514 Evento in collaborazione con Comune di Andora [doptg id=”16″]  La prima stagione espositiva del centro di cultura contemporanea di Palazzo Tagliaferro ad Andora si conclude con due nuove mostre d’arte che affrontano il temadella relazione con la realtà da un punto di vista dell’apparato visivo e dell’occhio in un’ottica che trae da una delle opere principali del pittore surrealista belga, René Magritte. “La nascita di nuovi musei e centri d’arte contemporanea in tutto il mondo, dalla Cina all’America Latina e fino ai Paesi del Medio Oriente, stanno dimostrando come l’arte contemporanea sia diventata ormai un linguaggio globale, capace di attraversare barriere linguistiche e culturali per dare accesso ad immagini che aspirano all’universalità”, “L’arte di oggi si nutre di nuove idee ma anche e soprattutto del dialogo con gli spazi espositivi, che diventano sempre più motivo d’ispirazione per gli artisti e di piacere estetico per i fruitori, oltre che occasione di mantenimento e valorizzazione del patrimonio storico di una città e di un Paese. Palazzo Tagliaferro è un esempio lampante di questo nuovo trend mondiale, e ciò grazie alla lungimiranza dell’Amministrazione andorese che è stata capace di riconoscere un valore in quelle che furono le “rovine” di un magnifico palazzo ottocentesco quasi affacciato sul mare e da molti decenni abbandonato, facendolo diventare una delle eccellenze della Riviera di Ponente, per bellezza, importanza storica e capacità di accoglienza”. Le due mostre qui esposte concludono il primo anno di attività di Palazzo Tagliaferro ha prodotto una ricca serie di eventi, oltre quindici, registrando un successo di spettatori e una buona ricaduta sulla stampa nazionale e internazionale che ha promosso il “marchio” Andora presso importanti bacini turistici. L’apertura dei giardini e dell’anfiteatro di fronte al palazzo, oltre che il campo giochi e di bocce, hanno permesso la creazione di ulteriori nuovi eventi come la rassegna “Sguardi Laterali”. Il primo anno di attività è sempre anche una fase di avvio, di conoscenza e di potenziamento. Per l’anno a venire ci aspettiamo un ulteriore arricchimento delle proposte lungo tutto il corso dell’anno, poiché Palazzo Tagliaferro è innanzitutto un luogo pensato per gli andoresi, che possono trovare qui un’offerta culturale anche al di fuori dei mesi di alta stagione turistica. Ad oggi, siamo molto soddisfatti e ringraziamo tutti coloro che hanno lavorato al progetto, sia il personale del Comune, sia le persone di Whitelabs. La professionalità e l’impegno profusi da tutti hanno permesso di portare ad Andora artisti di calibro internazionale, come Jane McAdam Freud, Kazuo Ohno o Enrico Rava, e una quantità di arte contemporanea di alto profilo, che è stata recensita positivamente, aumentando il prestigio di tutta Andora. Franco Floris Sindaco di Andora Palazzo Tagliaferro, è stato inaugurato nel 2009 dopo un attento lavoro di restauro durato due anni. Le Faux Miroir Federico Gori | Antonio Lo Pinto | Silvia Mei Noemi Montanaro | Liesje Reyskens | Anna Witt Nel 1929, René Magritte, dipinge “Le Faux Miroir”. Il dipinto è un olio su tela di piccole dimensioni (soltanto 54x81cm), ed oggi è conservato presso il MoMA di New York. In questo periodo viene esposto nella grande mostra personale che il museo americanodedica al grande pittore surrealista belga (“Magritte: The Mistery of Ordinary”, fino al 12 febbraio 2014). “Magritte dipinge tre versioni di quest’opera, una delle quali regalerà a Man Ray come segno di gratitudine per averlo ispirato. L’opera raffigura un occhio in primissimo piano: nell’iride si riflette un cielo azzurro e nuvoloso con al centro un punto nero. Il dipinto indica un punto nevralgico della proposta surrealista: l’organo della visione, il quale non è più considerato uno specchio fedele della realtà esterna, bensì come uno specchio “falso” che riflette l’interiorità di chi guarda sulle cose del mondo. Capovolgendo il primato dell’interiorità a sfavore dell’oggettività esterna, ogni cosa concreta diventa simbolo e la pittura surrealista lo utilizza come tale per comporre un linguaggio nuovo capace di scardinare il realismo a favore di uno psichismo che aprirà le porte della modernità rendendo i linguaggi dell’arte molto più liberi e disinibiti”. Il curatore della mostra trae spunto da quest’opera per raccogliere un gruppo di artisti attorno alla ricognizione di una realtà che assume i toni di una “allucinazione”, sia intima sia condivisa. Federico Gori La grande installazione di specchi di Federico Gori (Prato 1977, vive e lavora a Pistoia), neo vincitore del Premio Metaenergia del Talent Prize di Roma, presenta “Corri a dire al re che il cielo sta crollando” verso tratto dall’Apocalisse di San Giovanni: un pavimento di specchi che l’artista ha inciso e pensato per il Battistero di San Giovanni a Pistoia, traducendo in installazione una scena dell’annuncio al re in cui appare la visione della caduta del cielo. L’installazione, fatta dispecchi frantumati e incisi ad arte con punta di diamante, segue l’ordine formale che si sviluppava attorno al fonte battesimale. Sono incisioni che richiamano alla mente rivoli d’acqua oppure radici e che vieneadattata per le sale affrescate di Palazzo Tagliaferro. Antonio Lo Pinto Le sculture marmoree, a forma di grandi pupille, realizzate da Antonio Lo Pinto(Catania, 1956, vive e lavora a Firenze) presentano una interpretazione dell’organo della visione che si rifà ad un surrealismo approcciato con piglio concettuale. Le sculture in marmo di Carrara, sono grandi come palle di antichi cannoni, posate a terra come le bocce di un biliardo allucinatorio dove il richiamo alla visione è rotatorio e rimanda a immagini psichedeliche. La forza di gravità e la levigatezza del materiale rendono l’installazione realistica e surreale

Uragano

[doptg id=”10″] Palazzo Tagliaferro sono lieti di presentare Uragano Andrea Guastavino | Oriella Montin | Simon Roberts mostra a cura di Nicola Davide Angerame 14 settembre – 20 ottobre 2013 inaugurazione SABATO 14 settembre 2013 dalle ore 18 alle 22 ore 18,30 presentazione della mostra con gli artisti e il curatore ingresso libero orari d’apertura: da giovedì a domenica ore 15 – 19 museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it | info: 348 90 31 514 Evento in collaborazione con Comune di Andora ANDORA – Ancora una mostra di arte contemporanea nelle sale del piano nobile dell’ottocentesco Palazzo Tagliaferro di Andora, recuperato dall’amministrazione comunale e restituito alla cittadinanza in forma di galleria civica, museo e luogo di cultura a tutto tondo, sito a pochi metri dal mare. Dopo i successi ottenuti con le mostre di Jane McAdam Freud e di Kazuo Ohno, della collettive “Dreamers” e “Le ragioni dello spazio #2”, la galleria civica di Andora “Palazzo Tagliaferro”, inaugura sabato 14 settembre la triplice mostra personale di tre artisti, due italiani e un inglese, che lavorano con la fotografia, l’installazione e il ricamo. La mostra propone le opere site specific dell’artista romagnolo Andrea Guastavino, le fotografie ricamate e le installazioni dell’artista lombarda Oriella Montin e le fotografie dedicate agli storici moli inglesi del londinese Simon Roberts. La mostra accoglie circa trenta opere d’arte, con tre grandi installazioni site specific create appositamente per le sale interamente affrescate della galleria. Il titolo della mostra è “Uragano” e trae origine da un romanzo di Charles Nordhoff e James Norman Hall pubblicato in Italia con questo titolo nel 1945 per i tipi di Speroni Editore. Ambientato a Manukura, distante 900 km da Tahiti, il romanzo ritrae una società che prospera in perfetta armonia con la natura benevola e paradisiaca del Pacifico. L’uragano sconvolgerà tutto, senza preavviso né motivo, cancellando le case, i ripari, le palme e gli uomini: portando via con sé un popolo antico di decine e decine di generazioni. I pochi superstiti saranno testimoni di uno sconvolgimento totale, un annientamento della storia e del tempo, e saranno chiamati a ricominciare tutto da capo. “In questo romanzo l’uragano diventa la metafora del cambiamento repentino, della radicale cancellazione del passato, dell’annuncio di un nuovo possibile futuro. Le crisi che attraversano le nostre società, ci sembrano oggi capaci di poter fare ciò in un prossimo futuro, di divenire degli uragani. Questa mostra è pensata per accogliere opere che, per stile e per temi, illustrano alcuni elementi legati alla metafora dello sconvolgimento”. Si parte dai pontili ritratti da Simon Roberts, che, raffigurando la calma olimpica di paesaggi marini, rappresentano un mondo in felice equilibrio, una visione possibile di quello che potrebbe essere individuato come: la quiete prima della tempesta. Divenuti monumenti nazionali, protetti dalle Belle Arti britanniche, questi giganti sul mare testimoniano un rapporto tra l’uomo e l’oceano che risente della cultura durante il periodo vittoriano, Nel loro periodo di massimo splendore, i Pierdom includevano cafè, casinò, teatri e persino tram. A cavallo del secolo scorso, esistevano quasi un centinaio di moli: oggi ne rimangono solo la metà. Durante la seconda guerra mondiale, molti pontili delle coste est e sud furono smantellati per evitare che venissero utilizzati come attracco dai tedeschi. Le fotografie di antichi album di famiglia destinati all’oblio sono invece recuperate da Oriella Montin attraverso un processo di ricamo che indica un tentativo di salvare dalla pacata furia annientatrice del tempo stralci di vite private, dentro le quali si riflette un intero mondo passato. Una sua installazione site specific racconta il rapporto tra la temporalità e la costellazione familiare, che rappresenta una delle tematiche portanti del lavoro di questa artista. Andra Guastavino, si concentra invece sull’accumulo e sulla disposizione di reperti che riguardano una ricerca portata avanti in due decenni di lavoro. Riguarda i rapporti alchemici tra l’arte, la fotografia, la vita, la storia dell’arte e delle città d’arte. Facendo uso di oggetti trovati, spesso “scolpiti” dal tempo che passa e dalla vita stessa degli oggetti, Guastavino crea scenografie galleggianti, installazioni naufraghe che attraverso la sua fotografia sperimentale esprimono il senso di una ricerca interiore vista sempre come un processo di deriva interminabile all’interno di sé. Palazzo Tagliaferro, è stato inaugurato nel 2009 dopo un attento lavoro di restauro.