COMUNE DI ANDORA

  Comune di Andora – Via Cavour 94 – 17051 Andora (SV) – tel. 0182.68111 – fax 0182.6811244 http://www.comune.andora.sv.it/IT/HomePage

AG NOIR

    Sabato 4 e Domenica 5 luglio 2015 Anfiteatro Giardini Tagliaferro Andora DEBUTTA AG NOIR, PRIMA EDIZIONE DEL FESTIVAL DEL NOIR Padrino d’accezione lo scrittore Andrea G. Pinketts     SABATO 4 LUGLIO ore 19.30  Apertura Festival con “Aperitivo Noir”- Saluto Istituzionale del Sindaco del Comune di Andora Mauro Demichelis, dell’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi e dell’Assessore alle Associazioni Patrizia Lanfredi Inaugurazione mostra “Lady Mafia” mostra di opere riferite al fumetto noir caso editoriale di questi ultimi anni nel genere comics visitabile nelle sale del Museo dei Minerali “Luciano Dabroi” in Palazzo Tagliaferro Performance a due voci di Anna Battaglia e Andrea G. Pinketts “Io, non Io, neanche Lui” Presentazione del Concorso Letterario AG Noir Andora  Ore 20.45 “Italian Giallo” Andrea G. Pinketts in conversazione con  Andrea Carlo Cappi – Stefano Di Marino – Valerio Varesi Ore 21.45  Proiezione del Mediometraggio “Le Sette Vite di Solom Phillips” (2014) regia di Stefano Poletti – Produzione Berlino Mon Amour Production Un Mini – colossal dal gusto patchwork: ispirato al film muto con echi del cinema di Tim Burton, Tarantino, Ed Wood, montato con l’arguzia del videoclip. Originali la colonna sonora e il format inedito del film. Un cast di oltre sessanta personaggi, fra comparse e ruoli principali tra i quali lo stesso Andrea G. Pinketts, Alberto Baraghini, il comico Alberto Azarya e il rocker Pino Scotto. DOMENICA 5 LUGLIO ore 19.30 “Aperitivo Noir” con lettura di brani dei racconti finalisti del Concorso Letterario AG Noir Andora a cura di Amelia Conte e Pino Ronco Mostra “Lady Mafia” visitabile nelle sale del Museo dei Minerali “Luciano Dabroi” in Palazzo Tagliaferro ore 20.45 “Il delitto di Andora, il sequestro Berrino e altre storie” con Ferdinando Molteni e Daniele La Corte ore 21.30 “Pirati, Mistici e Balordi” Andrea G Pinketts in conversazione con Paolo Sciortino – Daniele G. Genova – Cosimo Argentina Premiazione racconti vincitori del “Concorso Letterario AG Noir Andora”    L’ingresso alla manifestazione è libero.

ANDREA FARINA | NODI, SPIRALI ED INTRECCI

Saluto del Sindaco di Andora Mauro Demichelis e dell’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi Introduzione alla mostra di Andrea Fiorina e dell’Associazione Storico Culturale Terra Taurina durante la serata Intervento Musicale a cura di Caterina Bergo all’arpa celtica orari di apertura: sabato e domenica ore 15.00 – 19.00 ANDORA – Dedicata all’arte celtica, la prossima mostra che il prestigioso Museo dei Minerali Luciano Dabroi situato al primo piano di Palazzo Tagliaferro in Andora ospiterà dal 24 aprile al 30 giugno 2015. “ Nodi, spirali ed intrecci – La natura ed i suoi ritmi vitali attraverso la simbologia dell’arte celtica” vedrà esposte oltre 80 opere, realizzate con la tecnica dell’intaglio nel legno, dell’artista e curatore della mostra Andrea Fiorina, riproducenti i motivi tipici dell’arte celtica formati in genere da semplici linee e curve o da animali, o vegetali, o esseri umani contorti e stilizzati in modo tale da rappresentare una rete senza interruzioni. Nelle popolazioni celtiche il mondo dei minerali e della natura aveva una primaria importanza all’interno della loro cultura e filosofia. Esperti commercianti d’Ambra, resina fossile usata come pietra semipreziosa, i celti del nord Europa crearono un legame fondamentale con i popoli liguri dando vita ad una vera e propria via di commercio di questa rara risorsa. “Il Museo Mineralogico ospita ancora una volta una collezione di grande fascino che propone al pubblico una cultura  come quella celtica che, sia in ambito musicale come quello artistico, ha grande presa sul pubblico italiano –  ha dichiarato Maria Teresa Nasi, Assessore alla Cultura del Comune di Andora, presentando la mostra – Le piccole e grandi sculture, le figure geometriche, i nodi intagliati nel legno, raccontano storie di miti lontano da noi, ma di cui subiamo il fascino per l’armonia e la bellezza che racchiudono. Una mostra unica, che vede Palazzo Tagliaferro, come sede di eventi culturali di livello che portano nel ponente savonese collezioni artistiche rare e particolari che possono essere ammirate dal pubblico grazie alla collaborazione con collezionisti italiani ed europei”.Nell’arte i celti avevano sviluppato una sorta di design molto originale, stilizzato che nascondeva significati profondi che potevano essere scoperti solo osservando, ridisegnando, scolpendo e interiorizzando forme artistiche complesse. L’autore ha scoperto in questo modo i profondi significati intrinseci dell’arte celtica, ha disegnato, scolpito inciso gli antichi disegni celtici provando profonde sensazioni. Disegnare intrecci celtici, chiusi in un cerchio o in un quadrato, significa percorrere quasi incoscientemente un viaggio psicologico complesso. Tracciare intrecci celtici in modo consapevole può portare alla riscoperta di se stessi, in una sorta di ritmo mistico, interiore, profondo che insegue l’onda del disegnare, con flussi e riflussi armonici, generando peraltro effetti molto rilassanti; il pregio di questo processo psicologico, è che può avvenire senza interferenze esterne, senza esclusioni della nostra mente razionale, specie in caso di stress. “Quando si crea un’opera d’arte celtica, dice l’artista – Andrea Fiorina – s’inizia con un disegno geometrico che da semplice diventa via via più complesso. Le linee si curvano, si avvolgono, si intrecciano, simboleggiano il perpetuo divenire, i corsi ed i ricorsi della nostra storia personale e collettiva, in sintesi forse il misterioso disegno della nostra esistenza.” Ogni immagine implica e coinvolge le altre immagini circostanti, i disegni non sono caotici, non sono disegnati a caso, sembrano avere una direzione, un modello ben definito, i fili conduttori che anticamente erano un rovo, un ramo di salice, dei vimini intrecciati disegnano un percorso ininterrotto senza inizio e senza fine. Questi disegni per i Celti vorrebbero rappresentare lo scorrere interminabile e ciclico dell’energia divina nelle varie forme di vita presenti sulla terra. La raffigurazione schematizzata dell’intreccio ricorda una barriera intricata che impedisce il passaggio all’uomo cacciatore, è l’immagine simbolica dei limiti umani. Tra l’altro questo particolare tipo di percorso psico-fisico era già stato studiato da psichiatri come Carl Gustav Jung il quale scriveva: “La barriera rappresenta il confine tra i due mondi, quello terreno conosciuto e quello dell’aldilà ricco di incognite e di mistero: più il disegno è strettamente intrecciato, più divide, più è a maglia larga, più permette il passaggio tra le due realtà misteriose dell’esistenza umana. Le creazioni artistiche celtiche catturano subito l’attenzione, l’immaginazione, lasciando intuire che esiste un qualcosa di ben più profondo e misterioso del semplice gioco ottico invitando in modo sottile e intrigante a osservarle come un complesso labirinto d’idee e di emozioni. Percorrendo visivamente e mentalmente le linee sulla carta o sull’intaglio si attua inconsciamente un’esplorazione profonda dei misteri del mondo e di noi stessi secondo archetipi ben definiti nella nostra mente” (C. G. Jung). La mostra “ Nodi, spirali ed intrecci – La natura ed i suoi ritmi vitali attraverso la simbologia dell’arte celtica” è un’iniziativa proposta nell’ambito del programma di valorizzazione del Museo Mineralogico “Luciano Dabroi”. Molte le iniziative attivate quest’anno all’interno del museo fra le quali ricordiamo l’attivazione del progetto pilota “Il museo strumento didattico” rivolto alle scuole primarie e secondarie della Provincia di Savona. Il Museo propone una collezione di oltre 5000 pezzi donati al Comune di Andora dal dott. Luciano Dabroi al quale il museo è intitolato. Il museo è ad ingresso libero ed è visitabile il sabato e la domenica dalle 15.00 alle 19.00

BUONA LETTERATURA

BUONA LETT(erat)URA sabato 4 e domenica 5 luglio 2015 dalle ore 10.00 alle 22.00 Giardini di Palazzo Tagliaferro Andora (SV) Largo Milano INGRESSO LIBERO

GIANCARLO TORRE | MENTE ET MALLEO

ore 18.00 Saluto delle Autorità e inaugurazione della mostra ore 18.15 Introduzione alla mostra e intervento di Giancarlo Torre e a seguire rinfresco   orari d’apertura: sabato e domenica ore 15 – 19 la mostra sarà visitabile anche da giovedì e domenica ore 15 – 19 dal 9/12/14 al 6/1/2015         ANDORA – Il prestigioso Museo dei Minerali Luciano Dabroi situato al primo piano di Palazzo Tagliaferro ospiterà dall’ 8 dicembre al 31 marzo un’eccezionale mostra che presenterà oltre  100 Ex Libris facenti parte della straordinaria collezione privata del Prof, Giancarlo Torre. La mostra dal titolo “MENTE ET MALLEO “ illustra il mondo dei minerali, dei fossili, delle miniere e della metallurgia attraverso gli Ex Libris. Si conoscono pochi Ex Libris con motivi geologici e minerari e al contempo sono rare le pubblicazioni che trattano degli Ex Libris che raffigurano temi legati alle geoscienze. Tra i titolari degli Ex Libris oggetto delle tematiche di questa mostra abbiamo geologi, paleontologi, petrografi, ingegneri minerari, mettallurgici e operanti nell’industria pesante, collezionisti di fossili e minerali. “Mente et Malleo” le due parole che costituiscono il motto coniato da Giovanni Capellini, presente nel logo della Società Geologica Italiana ideata da Quintino Sella e costituita a Bologna con Giovanni Capellini il 27 settembre 1881 in occasione del II Congresso Geologico Internazionale di Bologna divenuto il motto universale dei geologi “ Con la testa e con il martello” riassume il percorso del lavoro dei paleontologi e dei geologi indicando la fase ed il percorso di studio cui segue la ricerca e la verifica sul campo negli studi dei reperti fossili di organismi vegetali e animali e delle origini della storia e della morfologia e costituzione della terra. Il percorso espositivo inizia con il mondo affascinante dei cristalli oggetto di collezione e studi, continua con il fossili, con i metalli passando attraverso la realtà delle miniere fino al tema dell’estrazione del petrolio.   ALCUNE CURIOSITA’ SUGLI EX LIBRIS Il mondo della stampa, dell’editoria e dei bibliofili ci ha donato, nei secoli, numerosi “tesori di carta” quali gli incunaboli, le mirabili pagine stampate da Bodoni, Gutenberg, Manuzio, Plantin ed altri, le preziose legature, le immagini e le scene incise. I libri ci mostrano il percorso culturale del possessore e molto spesso nascondono un tesoro particolare: quello costituito dall’Ex Libris l’erede delle note di possesso, nato per essere incollato al libro, segno di ammirazione verso il libro ed il suo autore. Il libro fin dai primordi è stato considerato un bene prezioso, segno di prestigio, e come tale salvaguardato, ne sono traccia le “note di possesso”, annotazioni, talora corredate da una illustrazione, poste sui codici antichi per indicarne il proprietario, e le catene che fissavano i volumi ai plutei o ai piani delle biblioteche, esemplari quelli della Biblioteca Laurenziana a Firenze. In Germania, ove la tecnica xilografica si sviluppò e si affermò, con la nascita della stampa a caratteri mobili, alla fine del ‘400 comparvero gli ex libris a stampa xilografici che, con immagini, a committenza religiosa o nobiliare, costrette entro i limiti dell’araldica, come attestano le grandi biblioteche dei monasteri, della nobiltà e delle università, sono l’espressione del potere sociale ed economico dei proprietari dei libri. Il più antico ex libris conosciuto, nato nel sud della Germania  e  risalente al decennio tra il 1470 e 1480 (Fig.1), è una xilografia eseguita per il bavarese Hans Knabensberg, detto Igler, capellano della famiglia Von Schoenstett, che ha come soggetto un  riccio, il termine corrispondente in tedesco della parola riccio è Igler. L’ex libris da 500 anni accompagna le opere raccolte dai bibliofili, sia studiosi che collezionisti, dai lettori e da coloro che amano circondarsi di libri. La locuzione latina  “ex libris ” – “dai libri di ”-  anche scritta con l’aggiunta di un trattino di congiunzione (ex – libris), oppure unificata  (exlibris ) può essere sostituita in altre lingue da altri termini analoghi : boekmerken, book plate, bücherzeichen/aus den büchern/mein büch, könyve/könyutara, marque de possession/ bibliothèque de/livre de/signe de libre, zknih.  Altre espressioni fanno riferimento alla provenienza dei volumi (ex biblioteca … , ex dono …  , ex haereditate …) o a settori specifici della biblioteca (ex comicis, ex eroticis, ex historicis, ex libris iuris, ex ludicis, ex musicis, etc). Nel ‘600 le Accademie Letterarie contribuirono alla diffusione del libro incrementatasi nel ‘700 grazie al sistema della sottoscrizione, piccoli nobili, mercanti, ecclesiastici, la media borghesia, investono in libri e nella costituzione di Biblioteche; possiamo osservare in quel tempo che l’ex libris si specializza contrassegnandone il contenuto specifico ed umanistico e scientifico divenendo alla portata degli studiosi e dei lettori (fig.2). Con la Rivoluzione Francese, abolita la nobiltà (decreto 19 giugno 1790), crollò l’ex libris araldico, l’artista negli ex libris per la borghesia emergente sostituì il linguaggio araldico con piccole illustrazioni di genere vignettistico. All’inizio del 900 abbiamo “l’epoca d’ oro dell’ex libris” (1) grazie al simbolismo dell’Art Nouveau nelle sue differenti espressioni nazionali. L’ex libris diffondendosi in più esemplari da momento di dialogo tra l’artista incisore ed il committente diviene un ulteriore elemento di comunicazione tra le persone, tra i popoli anche se non è coinvolto in una comunicazione di massa come quella assicurata dagli attuali mezzi di informazione. L’ex libris, generalmente di dimensioni limitate, è una piccola opera d’arte,  nata dal dialogo tra il committente e l’artista che interpreta e realizza graficamente quanto indicato e desiderato, é un cartellino, che, incollato nella seconda pagina di copertina di un libro, ci presenta il proprietario del libro. Nell’ex libris infatti è sempre indicato il nome e cognome o le iniziali del committente, sono presenti elementi simbolici atti ad  indicare la sua professione, il suo pensiero, gli interessi letterari, ludici e i gusti, non mancano illustrazioni di “episodi o ricorrenze, come possiamo osservare in ex libris dedicati alle imprese alpinistiche” (2), talora è presente una frase o un motto espressi in latino o nella lingua viva del committente. In molti ex libris  osserviamo figure indicanti il cognome del titolare, sono gli ex libris parlanti ove il cognome dà lo spunto per la

Jeong Yoen RHEE | Forze erranti

Palazzo Tagliaferro e Whitelabs presentano Jeong Yoen RHEE | Forze erranti mostra a cura di Nicola Davide Angerame 1 – 30 novembre 2014 con il Patrocinio di   Inaugurazione: sabato 1 novembre 2014 ore 18 saluto del Console Generale della Repubblica di Corea, S.E. Chang Jae-bok Saluto del Sindaco di Andora, dott. Mauro Demichelis ore 18.15 presentazione della mostra alla presenza dell’artista Jeong Yoen Rhee e del curatore Nicola Davide Angerame a seguire rinfresco in stile Coreano ingresso libero   Orari d’apertura mostra da giovedì a domenica | ore 15 – 19   museodabroi.palazzotagliaferro.it | info@palazzotagliaferro.it info: 348 9031 514 Evento in collaborazione con Comune di Andora ANDORA – La stagione invernale del complesso museale e centro di cultura contemporanea di Palazzo Tagliaferro ad Andora si apre con una mostra che porta l’arte coreana contemporanea al centro dell’attenzione, in un’ottica di scambio culturale utile ad avvicinare le culture e far conoscere il lavoro decennale di un’artista che ha tradotto il modernismo occidentale in una ricerca artistica a sfondo spirituale. Rhee Jeong Yeon nasce a Seoul nel 1952, in una città in preda alla Guerra di Corea (1950 – 1953) che crea la frattura tra Corea del Nord, a regime comunista, e la Repubblica di Corea, a governo democratico. Studia arte in patria poi nel 1988 si trasferisce a New York dove si diploma al Pratt Institute nel 1988, a cui seguirà nel 1993 il Dottorato presso la Columbia University di New York. Nella sua carriera che copre più di 30 anni di lavoro, Rhee ha esposto negli Stati Uniti, in Corea, Portogallo, Spagna, Germania, Francia, Australia, Giappone e Kenya. Una delle caratteristiche distintive dell’opera di Rhee è il suo studio approfondito e utilizzo di materiali tratti da una natura ancestrale e primitiva: dalla creta alla cenere vulcanica, dal carbone alla madreperla. Questi materiali sono il risultato di un lavoro profondo di elementi naturali primari, come il fuoco, il vento, l’acqua e il tempo. Rhee li utilizza per creare delle composizioni astratte ma con riferimenti visivi figurativi che offrono un ordine al caos. La sua pittura può esserevista come una forma di arte ambientale in quanto contenente riferimenti verso tutte le forme di vita del pianeta creato e nato: Gea. Non usa nessuna materia o metodo artificiali, imponendo una connessione organica tra gli elementi della sua pittura. Jin Hwi-Yeon Storico dell’arte presso Sungshin Women’s University Occidental Painting La mostra di Andora è la sua prima personale in Italia. “Sono orgogliosa e onorata di esporre in un Paese che ammiro per la grande arte che ha saputo produrre”, dice Rhee. “Voglio ringraziare la città di Andora, l’associazione Whitelabs e il critico d’arte Angerame per l’ospitalità e per l’occasione offertami”. Rhee usa la tecnica del mosaico e della tarsia in madreperla con maestria e grande sensibilità per la forma e per la composizione. Rhee rappresenta bene una generazione di artisti coreani che sono vissuti tra oriente e occidente, sviluppando linguaggi in equilibrio tra le due dimensioni. La serie intitolata “Re-Genesis”, nasce dall’interesse profondo di Rhee per la propria vita spirituale e religiosa, che si riversa nelle sue opere come altrettanti momenti di meditazione, di dialogo con una natura usata come mezzo di costruzione e come modello astratto di una poesia visiva dedicata al riconoscimento e al ringraziamento verso una forza superiore. In queste opere Rhee ripensa il testo della “Genesi” e vi medita a modo suo. Shin Hang-Seop | Critico d’arte   “Questa mostra, dedicata ad una artista affermata come Rhee Jeong Yeon, dà ancora una volta ad Andora ed a Palazzo Tagliaferro, l’opportunità di promuoversi come meta del turismo culturale, ben oltre i confini regionali – hanno detto il sindaco di Andora Mauro Demichelis e l’Assessore alla Cultura Maria Teresa Nasi, presentando la personale – Un evento artistico di alto livello che è anche un momento di incontro con una cultura lontana geograficamente, ma vicina per stima reciproca: un gesto di amicizia culturale tra l’Italia, e in particolare tra la città di Andora, e la Repubblica di Corea, visto l’onore concesso dal Console Generale  di Corea di stanza a Milano, S.E. Chang Jae-bok, che ha riconosciuto il patrocinio all’evento e che vogliamo ringraziare anche per la sua presenza il giorno dell’inaugurazione. Questo evento sarà un’ottima occasione per avvicinare i cittadini di Andora e i visitatori di Palazzo Tagliaferro alla cultura e all’arte coreana”. La mostra esporrà circa 40 opere, di grande e medio formato, che Rhee ha creato nel corso di tre decenni di lavoro, passando da una prima fase in cui è evidente il confronto con l’arte informale europea ed espressionista astratta statunitense. Nella seconda fase produttiva, Rhee tratta uno dei suoi materiali prediletti, la madreperla, con tecniche a mosaico e ad intarsio. Questi grandi dipinti a tecnica mista sono di grande forza suggestiva. L’eleganza, la misura, la delicatezza delle opere più recenti di Rhee invita ad una pacata riflessione sulla natura, sul senso dello spazio e dell’arte intesa come confronto spirituale tra uomo e natura. L’aspetto meditativo si lega ad un profondo rispetto per gli elementi della natura, evocata attraverso la forma stilizzata di animali, ossa, pietre, e soli. Forme che popolano il mondo immaginario di un’artista a cavallo tra due culture e tra due linguaggi pittorici, come la figurazione e l’astrazione. “Benché la Repubblica di Corea sia oggi una delle nazioni maggiormente industrializzate e ipertecnologiche – spiega Angerame – l’arte coreana contemporanea non può essere letta soltanto in un rapporto con la giovane modernità del Paese, ma va considerata spesso come la risultante di uno sguardo che unisce tradizione e modernità, spirito e materia, spazio e tempo. La consapevolezza e il rispetto verso la lunga ed autorevole tradizione dell’arte classica coreana, spinge gli artisti come Rhee ad affrontare un viaggio molto personale, che rappresenta una sfida culturale importante: quella di restare dentro la propria cultura di appartenenza pur vivendo, studiando e creando in una cultura molto diversa, per certi versi opposta, come è quella occidentale rispetto a quella orientale”.

Sguardi Laterali – Incontri con gli Autori

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Sguardi Laterali – Incontri con gli Autori

Anfiteatro dei Giardini di Palazzo Tagliaferro


Lunedì 4 agosto ore 21.00

Giole Dix -Quando tutto questo sarà finito ed. Mondadori
Storia della mia famiglia perseguitata dalle leggi razziali

Gioele Dix sapeva che suo padre Vittorio custodiva una storia, ma per anni non era riuscito a farsela raccontare. Perché a volte chi è passato da certi crepacci della Storia, chi ha vissuto l’assurdo e l’orrore, non ha molta voglia di scendere nei dettagli. Finché un giorno finalmente lo ha convinto, si è seduto davanti a lui e si è messo ad ascoltare. Ne è nato questo libro intenso e prezioso: la storia di una famiglia di ebrei italiani, era il 1938, che come molte altre fu colta di sorpresa dalle leggi razziali. Di un ragazzino che non capisce perché deve lasciare la propria scuola, la propria casa, mettere tutto quello che può dentro uno zaino e fuggire.

Esposizione editoriale – Buona Lett(erat)ura

Piazza della piccola editoria indipendente

Giardini di Palazzo Tagliaferro – Andora 14-15 giugno 2014


Nell’ambito della rassegna estiva
“Sguardi Laterali”
è un progetto Whitelabs per Palazzo Tagliaferro in collaborazione con il Comune di Andora e Pentagora edizioni